20 Aprile 2024

Nel paese della carta. UniTre in visita guidata.

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Cartiere aperte il Venerdì 21 Aprile 2023 – Lucart a Diecimo

Nel paese della carta. 
1953 Fratelli Pasquini-2023 Lucart – 70o anno.

(questo racconto si sviluppa con le frasi e il racconto di tanti. Quindi può essere ancora modificato. I partecipanti al gruppo WhatsApp Unitre Barga  22-23 sanno come fare: continuare  a scriverne sul gruppo, testi e foto saranno usate in giocoso resoconto della “gita”. l’invito è continuare a scriverne.)
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Come hai detto, mamma? Vai a Lucca?
No, non proprio. Comunque vado in una città dove vive la carta. Vado a Lucart! A Diecimo. Poi ti racconto.

Non c’ero soltanto io, eravamo in diversi adulti di UniTre-Barga e familiari, avevamo fatto un gruppo sollecitati dal manifesto arrivatoci sulla chat di WA.

 

“L’appuntamento è per venerdì 21 aprile alle 14,30 presso lo stabilimento di Lucart a Diecimo nella zona industriale. Vi accompagnerò personalmente 😉. Vi chiedo di arrivare 10 minuti prima e vi aspetto all’ingresso del palazzo principale dove sono gli uffici. C’è un ampio parcheggio davanti per le macchine.”
Chi ce lo aveva scritto era stata la Sonia, la nostra Presidente, che anche dentro la Lucart fa da animatrice 😊

Siamo andati all’appuntamento con la macchina. Non c’era chi aveva avuto un imprevisto, capita, no? “Sonia, mi dispiace molto, ma nonostante avessimo dato la disponibilità, per un imprevisto, non possiamo essere presenti.”

Per arrivare alla Lucart, alla rotonda di Diecimo abbiamo svoltato a sinistra e preso la strada della zona industriale indicata come Poggione, proseguendo lungo lo stradone abbiamo trovato l’ingresso principale sulla destra, dopo un altro stabilimento, quello di Mondial Carta. Così siamo entrati in una proprietà di 240.000 metri quadri.

Quando lo racconterò a mia figlia, mi dirà “ma, daiii!”, oppure mi dirà: “Allora, come quando, anni fa, mi portaste a visitare Pisa, a giro col trenino!”

Proprio così, turisti in fabbrica! Il trenino, bellino, green mobility, elettrico, ma prima … Arrivati nel piazzale antistante la fabbrica ci ha accolto con il suo solito sorriso la nostra Sonia che ci ha munito di giacchetti ad alta visibilità e di tappi per gli orecchi. Poi … Dopo una breve presentazione sull’assetto della fabbrica, dei cicli produttivi e dell’importanza del riciclo, siamo saliti sul trenino che ci ha portato nei reparti.


Tutto molto interessante soprattutto per me che non avevo mai visitato una cartiera e che, con un certo pregiudizio, la ritenevo fonte altamente inquinante. Oggi invece c’è un grande rispetto per l’ambiente attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili e soprattutto con la cosiddetta economia circolare che permette il riutilizzo della carta senza sprechi e taglio di ulteriori alberi.

Eravamo felici come bambini in gita scolastica!

“Esperienza interessante, grazie.”

“Mi ha ricordato le visite didattiche fatte con la scuola in gioventù. Oggi, in età molto più matura, ho apprezzato ed ascoltato con tanta, tanta attenzione e curiosità le spiegazioni.”
A qualcuno frullava in testa un pensiero … assurdo … bisognerebbe divertirsi da ragazzi e studiare da maturi. Forse sulla stessa scia di pensiero, qualcun altro rimpiangeva di non essere stato in grado da studente ad interessarsi alle cose che sentiva spiegare.

A casa era rimasto anche chi poi ha dichiarato un po’ d’invidia verso i partecipanti. “Io non c’ero alla “gita”, ma, con i vostri scritti, mi avete fatto pentire di non esserci tornata: mi sarei goduta un bel pomeriggio in compagnia.”

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………. ( il racconto può continuare e può essere inframezzato da altri discorsi, immagini e episodi. Chi era presente può ancora contribuire, fino al 30 Aprile prossimo, 2023)
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ECCOLO UN CONTRIBUTO! Questo non lo mescoliamo, lo pubblichiamo pari pari qua sotto, scritto in vernacolo pisano. 
Grazie a La Pisana che detta e alla amica che digita.   
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“La girata alla Luarte”

Tutto ir gruppo dell’anziani è partito dalle su ase per andà a visità la fabbria della arta a Diecimo.
La nostra turroperetur è stata Sonia e c’ha fatto anche da guida, visto e lei la Luarte la onosce di morto bene!!!
Si sembrava ome i bimbi e vanno alla gita scolastia, solo e loro sono di morto più svegli (però, dè, un ci si po’; lamentà).
Se Dio vole s’è trovato subito la strada per andacci, anche se quarcuno, a gingillassi, è arrivato più tardi …ma dar “preside” un ce l’ha mandato nessuno!
E prima di partì per ir giro, c’hanno anche dato un ber giubbettino tutto fosforescente e i tappi per l’orecchi che, a dì la verità, un servivano neanche tanto, perché, a quet’età, un ci si sente già da noi. Ir massimo della ontentezza s’è avuto vando s’è visto ir trenino e ci doveva portà di và e di là per la artiera. Si salutava tutti l’operai olla manina che avranno pensato: ”oh cosa ci fa la asa di riposo tutta a giro!?”.
Poi dè tutti a fassi le fotografie e i serfi or cellulare ome se si fosse a Gardalande! Poi, bellini, tutti in fila, abbiamo incominciato ad ascortà le notizie di ome si trasforma tutta la arta da nostri rifiuti a tutto vello che si usa in casa: tovaglioli per la bocca, fazzoletti per ir naso e arta igenia per …
S’è visitato anche la stanza de “bottoni” e, se navvertitamente t’appoggiavi, poteva succedè un danno da nulla!
Ir momento piu atroce, devo dì, è stato vello vando siamo entrati in un reparto dove c’era un puzzo atroce e ti levava il
naso! Povera gente vella e ci deve lavorà tutti i gorni della su vita!!!
Nsomma vest’esperienza è stata propio nteressante e s’è finita in bellezza colla merenda all’aperto e devo dì c’è stata proprio bene.
Grazie Sonia e a tutta la ompagnia “variegata” dell’UNITRE e… alla prossima.

La Pisana
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Questo articolo, come ogni altro, può essere commentato, come si fa su WA e FB. Basta andar un po’ più giù dove c’è scritto Lascia un commento.

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NOTA sul VERNACOLO – 
“Il vernacolo è una lingua naturale, la lingua madre degli abitanti di una località. E quello pisano, secondo quanto scritto da Dante Alighieri è uno dei cinque fondamentali vernacoli dell’area linguistica della Toscana, che ha profonde e antiche radici in questo pezzetto di terra dove è nato a immagine e somiglianza della gente del luogo ove si esprime.” così scrive Silvia de Angelis, clicca e leggi
Abbiamo letto come ha scritto la Loretta, tuttavia se vogliamo sapere delle principali caratteristiche della scrittura e pronuncia del vernacolo pisano clicchiamo qui. I vernacoli della costa pisana e di quella livornese, sono simili. Il vernacolo pisano è stato rinomato da Renato Fucini (Monterotondo, 8 aprile 1843 – Empoli, 25 febbraio 1921), da quando  nel 1871 uscirono i suoi Cento sonetti in vernacolo pisano.
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redatto a cura di relutprofadmin

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